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Murasakino Sumile MC Phono Cartridge
€8,990.00
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Il privilegio riguarda, in modo più complesso, la capacità della Sumile di lavorare in una sinergia di sconcertante naturalezza col mio giradischi Palmer 2.5, sul quale è montato il braccio Audio Origami PU7. Perciò queste note vanno lette in modo “integrato” con quelle che in questo sito dedico alle altre “componenti” e vanno intese come l’espressione di un lavoro d’insieme, particolarmente felice anche perché garantito dall’esperienza e dalla professionalità di Gerardo Ventura: alla sua competenza, unita a una disponibilità tanto amichevole quanto discreta, va il mio plauso.
Sin dai primi ascolti, e ben prima che la fase di rodaggio si sia conclusa, la Sumile stupisce per la solidità della scena sonora: essa si staglia con l’autorevolezza e la stabilità che assicurano da subito al messaggio musicale coerenza e densità non comuni. Lungi dall’offrire il tratteggio lirico-sentimentale, romantico, che ci si aspetterebbe da una MC, la Murasakino avvolge l’ascoltatore con una struttura neo-classica, tersa e inequivocabile, ma anche fluida e ricca di chiaroscuri nella quale non prevalgono né le forme arrotondate, né gli spigoli o i bordi taglienti: in generale, l’esperienza d’ascolto più vicina a quella dal vero, in sala da concerto, che mi sia mai capitato di provare col mio sistema e la conferma di un prodotto che proviene da una profonda cultura musicale.
Sono andato a cercare i timbri e la loro coerenza, ascoltando per esempio l’eccellente Cleveland Orchestra diretta da Maazel (Respighi, Feste Romane - UQHR Mobile Sound Fidelity): a ulteriore conferma del fatto che la credibilità dell’ambienza è l’altra faccia della correttezza timbrica, i piani sonori si dispiegano armoniosamente, i legni non mordono l’aria ma la modulano grazie alla generosità delle armoniche, gli ottoni e le percussioni riempiono la sala d’ascolto di dinamiche e di silenzi, senza incertezze ma anche senza enfasi. Non solo l’analiticità del dettaglio, insomma, ma anche l’equilibrio della sintesi.
A proposito delle molte voci che amo ascoltare, mi limito a evidenziare la commovente carnosità della voce di George Harrison nelle sue “Early Takes”, quanto sia facile con la Sumile avvertire l’assetto familiare della registrazione e la vicinanza quasi “amatoriale” dell’interprete al microfono, sino al contatto fisico con la chitarra; nel caso della Ella Fitzgerald di “Clap Hands, Here Comes Charlie!”, autentico banco di prova per la naturalezza dell’emissione sonora, la Sumile offre la superlativa dinamica dell’intonazione come se scaturisse dal centro atmosferico della sala, mentre il senso di calore e di presenza del quartetto di Lou Levy è sorprendente.
Potrei continuare, ma quel che conta, comunque, è che la Murasakino Sumile si è rivelata come una fonte di gioia e di appagamento musicale, un privilegio capace di distogliere chiunque dalla valutazione dei parametri tecnici, a tutto vantaggio della musica.