Avrei voluto attendere, lo confesso, per redigere qualche nota di ascolto. Possiedo un Pavane Level 1 e avrei preferito aspettare, pur coi miei tempi biblici, di acquisire l'upgrade al Level 3 prima di scriverne. In realtà, complice la decisione di pubblicare le recensioni delle mie sorgenti analogiche su questo sito, ho scelto di anticipare qualcosa su questo meraviglioso DAC.
Gerardo Ventura me l'aveva presentato come una macchina digitale capace di avvicinare come poche altre l'ascoltatore a un'esperienza di tipo analogico: personalmente, posso confermare, dopo la fase di rodaggio, che le qualità del Pavane s'impongono a chiunque lo ascolti anche in questa configurazione "base". In effetti, i valori alla base, appunto, del progetto non-oversampling della Metrum Acoustics si percepiscono nettamente già ora: la naturalezza nell'offrire spazio alla densità del messaggio musicale, la facilità non comune nel dipanare anche il fraseggio più complesso si manifestano in misura evidente.
Poiché dispongo anche di sistemi di conversione più "convenzionali", anche se di pregio (costruiti sui ben noti dispositivi Sabre o Burr Brown), il confronto pare inevitabile. Non c'è parametro di riferimento che, pur contemplando le specificità e i meriti di ciascuna scelta progettuale, non faccia percepire la personalità musicale del Pavane come dotata di una superiore maturità: la naturalezza dell'emissione sonora, in particolare con le voci umane e con strumenti notoriamente "difficili" come il pianoforte, è davvero sorprendente. Nella mia sala d'ascolto si trova anche un pianoforte, vero, a mezza coda: con le registrazioni giuste, l'interpretazione del Pavane è la sola a non farmi rimpiangere il vinile, riuscendo a trasmettere con credibilità la "presenza" armonica di uno strumento così imponente e ricco di potenzialità espressive. In particolare, la natura percussiva del suono, la durata delle armoniche e il significato delle dinamiche rappresentano una sfida talvolta invincibile, specie con un riferimento vero in sala: con il Pavane l'esito, magari ascoltando il "corpo" della musica da una stanza attigua, è davvero meritevole di un plauso senza riserve. Il tutto in configurazione "base", appunto: ho ottime ragioni per pensare che dovrò aggiornare le mie note, in caso di upgrade.
Pur provenendo da un Sonnet Morpheus il salto è stato impressionante. La musicalità è coinvolgente tale addirittura da farci credere dei musicisti in prima persona. Indispensabile in un impianto di un certo livello. Complimenti al sig. Ventura per aver creduto in questo marchio.
Gerardo Ventura me l'aveva presentato come una macchina digitale capace di avvicinare come poche altre l'ascoltatore a un'esperienza di tipo analogico: personalmente, posso confermare, dopo la fase di rodaggio, che le qualità del Pavane s'impongono a chiunque lo ascolti anche in questa configurazione "base". In effetti, i valori alla base, appunto, del progetto non-oversampling della Metrum Acoustics si percepiscono nettamente già ora: la naturalezza nell'offrire spazio alla densità del messaggio musicale, la facilità non comune nel dipanare anche il fraseggio più complesso si manifestano in misura evidente.
Poiché dispongo anche di sistemi di conversione più "convenzionali", anche se di pregio (costruiti sui ben noti dispositivi Sabre o Burr Brown), il confronto pare inevitabile. Non c'è parametro di riferimento che, pur contemplando le specificità e i meriti di ciascuna scelta progettuale, non faccia percepire la personalità musicale del Pavane come dotata di una superiore maturità: la naturalezza dell'emissione sonora, in particolare con le voci umane e con strumenti notoriamente "difficili" come il pianoforte, è davvero sorprendente. Nella mia sala d'ascolto si trova anche un pianoforte, vero, a mezza coda: con le registrazioni giuste, l'interpretazione del Pavane è la sola a non farmi rimpiangere il vinile, riuscendo a trasmettere con credibilità la "presenza" armonica di uno strumento così imponente e ricco di potenzialità espressive. In particolare, la natura percussiva del suono, la durata delle armoniche e il significato delle dinamiche rappresentano una sfida talvolta invincibile, specie con un riferimento vero in sala: con il Pavane l'esito, magari ascoltando il "corpo" della musica da una stanza attigua, è davvero meritevole di un plauso senza riserve. Il tutto in configurazione "base", appunto: ho ottime ragioni per pensare che dovrò aggiornare le mie note, in caso di upgrade.