
Palmer Audio 2.5 Turntable
€6,900.00
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(5)
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Ovviamente, il Palmer 2.5 è qualcosa di più della somma di questi fattori: è anzitutto una macchina “importante”, un giradischi in grado di cambiare la vita (in meglio) anche agli analogisti smaliziati. Personalmente installato a regola d’arte dal patron di Playstereo, Gerardo Ventura, a casa mia (un gesto di serietà e di amicizia verso il cliente, certo, ma anche un segno di amore per i propri prodotti e per il proprio lavoro di cui gli sono grato), ha manifestato subito le sue doti, secondo me, migliori: la capacità di scomparire sonicamente dallo spazio, restando solo ad accarezzare l’occhio di chi ascolta, e la versatilità al servizio di qualunque programma musicale. Il tutto a un livello così elevato da convincere senza fatica anche qualche amico in visita, “vinilista” di lunga data e detentore di macchine di pregio.
Ricordare, incidentalmente, che si tratta del giradischi scelto da Herb Reichert di Stereophile come riferimento personale, può contribuire a rendere l’idea di una macchina di valore indiscutibile; ma assistere dal vero alla produzione di quel silenzio, di quella nerezza di sfondo dalla quale il messaggio musicale proviene come da un’origine tanto misteriosa quanto immediatamente disponibile e, al contempo, di ammaliante discrezione, rappresenta davvero un’esperienza fuori dal comune. Qui il merito va attribuito senza dubbio alla maturità del progetto (il mio 2.5, fra l’altro, monta anche il perno di rotazione magnetico offerto come optional) e il privilegio è certamente da spartire con la mia MC Murasakino Sumile e con il braccio PU7 di Audio Origami (a cui rimando per le note d’ascolto relative), che contribuiscono a creare un sistema analogico di prim’ordine, forte di una sinergia invidiabile, e perfettamente a suo agio con ogni genere musicale.
Il silenzio e lo spazio messi a disposizione dal Palmer, infatti, consentono alle grandi pagine sinfoniche per orchestra di dispiegarsi in un tessuto armonico ricco e credibile, articolato in piani sonori discernibili con facilità intuitiva e grande senso delle proporzioni, ma anche al quintetto jazz o al gruppo rock di disporsi – in studio o sul palco, purché l’incisione sia all’altezza – in modo appropriato. E, ogni volta, la sensazione palpabile di quel momento di sospensione che si offre all’ascolto all’apertura del sipario a teatro, o nella condensata concentrazione di un esecutore sul palco prima della prima nota, rappresenta un’emozione che questo giradischi è in grado di valorizzare. Un sistema pensato, insomma, secondo una filosofia “olistica”, come piace dire a Jon Palmer (col quale su questo tema ho avuto anche modo di scambiare personalmente qualche idea via e-mail), che merita assolutamente l’accoppiamento con componenti di qualità per poter esprimere pienamente le sue preziosissime doti.